Tale condotta potrebbe portare alla produzione di embrioni soprannumerari rispetto a quelli necessari per il primo impianto e, pertanto, il Centro provvederà alla crioconservazione degli stessi al fine di procedere al loro successivo impianto. Quindi, tutti gli embrioni prodotti dovranno essere trasferiti, anche se in tempi diversi, tranne per quelli che, all’indagine osservazionale, dimostrino gravi anomalie irreversibili dello sviluppo (Linee Guida in materia di PMA, decreto del 21-7-2004, n. 191).
La tecnica del congelamento prevede la conservazione di embrioni, ovociti e spermatozoi in azoto liquido alla temperatura di -196°C.
Questa procedura si esegue quando:
Sono stati trasferiti 3 embrioni in un ciclo di fecondazione assistita ed in coltura vi sono ancora embrioni residui e che presentano una morfologia ottimale per il congelamento
Dopo un prelievo epididimale/testicolare (MESA/TESE) di spermatozoi, se i parametri di conta e motilità lo permettono, per evitare al paziente di eseguire un altro intervento.
Quando una donna vuole preservare la propria fertilità ( congelamento ovocitario ) in seguito ad una scelta propria sociale o medica .
Queste cellule possono rimanere conservate per anni e poi essere utilizzate in un secondo momento a scelta della coppia. Quasi tutti centri di fecondazione assistita prevedono comunque un tempo limite massimo in cui sia i gameti che gli embrioni devono essere richiesti dalla coppia.
Il congelamento di ovociti , spermatozoi ed embrioni non sempre ne assicura l'utilizzo dopo lo scongelamento, anche se le procedure sono state eseguite perfettamente, in quanto la vitalità delle cellule, in alcuni casi, potrebbe risultare compromessa in modo tale da impedirne il successivo impiego.
L’avvento dei congelatori biologici programmabili, ha consentito il perfezionamento delle procedure di crioconservazione e quindi di preservare in azoto liquido gameti femminili e maschili e frammenti di tessuto gonadico. Mediante queste apparecchiature è possibile abbassare la temperatura cellulare ad un tasso programmabile in base al volume stesso della cellula, in modo da consentire una adeguata disidratazione e minimizzare la formazione di cristalli di ghiaccio intracitoplasmatici.
Crioconservazione degli Ovociti
Con la stimolazione ovarica vengono prodotti più ovociti rispetto a quelli che si possono inseminare, ovociti che potrebbero essere congelati e utilizzati per successivi tentativi di fecondazione in vitro evitando ripetute stimolazioni. Questa tecnica risulta essere assai utile, quindi, per evitare lo spreco di prezioso materiale biologico, ma attualmente non è possibile affermare che i risultati, in termini di percentuali di gravidanze, siano confrontabili con quelli dei trattamenti con ovociti freschi. Nella letteratura mondiale, i tassi di sopravvivenza, fertilizzazione, clivaggio e impianto degli embrioni ottenuti con ovociti scongelati, variano considerevolmente. Forse, proprio in Italia abbiamo negli ultimi anni i risultati migliori! Nel nostro centro:
tasso di sopravvivenza – 80%
tasso di fertilizzazione – 58% (fresco 70%)
tasso di clivaggio – 80% (fresco 90%)
tasso di gravidanza clinica – 12.5% (fresco 36.5%)
Il tasso di impianto degli embrioni da ovociti scongelati è molto più basso rispetto a quelli da ovociti freschi, probabilmente a causa di una maggiore percentuale di embrioni anomali. Dai primi follow-up sui bambini nati da ovociti scongelati non sembra esserci una maggiore incidenza di malformazioni.
Sugli ovociti scongelati si esegue la ICSI per evitare l’introduzione di più spermatozooi con la fecondazione in vitro classica, determinando condizioni di poliploidia, poiche dopo congelamento e scongelamento sono compromessi i meccanismi di protezione dell’ovocita (rottura precoce dei granuli corticali).
Crioconservazione del liquido seminale
Gli spermatozoi sono organismi mobili unicellulari : è nota dai primi anni del XX secolo la loro proprietà di sopravvivere al congelamento, riacquistando in buona pare con lo scongelamento la loro capacità di movimento. Nel tempo le tecniche di congelamento si sono molto perfezionate: oggi gli spermatozoi possono essere mantenuti in azoto liquido a –196°C, conservando la loro capacità fertilizzante. Il congelamento in azoto liquido di un campione seminale che contenga anche pochissimi spermatozoi, dunque, frazionato in più paillettes o vials, consente di mantenere la possibilità di avere un figlio quando lo si desidera.
E’ utile sottolineare la possibilita' di conservare il proprio liquido seminale deve essere conosciuta da tutti coloro che - in eta' fertile - devono sottoporsi a terapie che potrebbero avere ripercussioni sulla loro fertilita', in tali circostanza dovrebbero essere i medici di medicina generale, gli oncologi e i radioterapisti a informare per primi i propri pazienti
I Centri pubblici o privati dove e' possibile la crioconservazione del seme devono essere Centri di I livello, con esperienza della tecnica, autorizzati e diffusi capillarmente sul territorio, per rendere facilmente accessibili le metodiche.
Per quanto concerne la procedura:
- il paziente deve presentarsi, previo appuntamento telefonico, al Centro
- durante un colloquio con il medico, compila un modulo con le proprie generalita' e il tipo di patologia da cui e' affetto;
- Nello stesso colloquio, gli viene illustrato il consenso informato, nel quale e' specificato che i campioni di sperma sono di esclusiva proprieta' del paziente e che, in caso di morte, verranno distrutti;
- Spesso il Centro richiede un esame per la determinazione dell'HbSAg, HCV, HIV e VDRL-TPHA: se il paziente non ha eseguito recentemente questi tests, si procede ad un prelievo di sangue per l'esecuzione immediata;
- Il paziente viene istruito sulle corrette modalita' per la raccolta del campione seminale, che deve essere fatta "in loco";
- Dopo la consegna del campione, il biologo valuta la qualita' del liquido seminale, annotando volume, numero di spermatozoi, percentuale di motilita', pH, morfologia;
- Il campione viene opportunamente trattato, stoccato in piccoli contenitori (vials o paillettes) a seconda del numero di spermatozoi presenti;
- Al paziente viene consegnata una relazione con il numero totale di paillettes/vials congelati e con la descrizione del campione seminale prima e dopo lo scongelamento;
- Le paillettes vengono conservate presso la banca del Centro.
Allo stato attuale anche il congelamento di frammenti di tessuto gonadico maschile è una procedura entrata nella pratica corrente in Riproduzione Assistita.
Il prelievo di tessuto testicolare viene eseguito a scopo diagnostico-terapeutico e gli spermatozoi reperiti possono essere utilizzati per la microinseminazione o possono essere congelati per un utilizzo successivo
Il congelamento di tessuto testicolare e/o spermatozoi, non sempre ne assicura l’utilizzo dopo lo scongelamento, anche se le procedure sono state eseguite perfettamente, in quanto la vitalità delle cellule, in alcuni casi, potrebbe risultare compromessa in modo tale da impedirne il successivo impiego.
Crioconservazione degli Embrioni
La tecnica del congelamento prevede la conservazione di embrioni in azoto liquido alla temperatura di –196ºC.
La principale causa di distruzione cellulare durante il congelamento è dovuta alla formazione di cristalli di ghiaccio intracellulari: per questo durante il procedimento, è importante ridurre la quantità di acqua all’interno della cellula. Per minimizzare i danni dovuti alla formazione intrecellulare di ghiaccio, vengono adottate alcune procedure, ovvero l’utilizzo di sostanze criprotettrici e l’uso di un congelatore biologico programmabile computerizzato.
Esiste un danno biologico da raffreddamento, tanto che soltanto il 60-70% circa degli embrioni risulta vitale dopo lo scongelamento¸in realtà ciò dipende anche dalla qualità dell’embrione e dalla sua ridotta vitalità indipendentemente dal congelamento.
Queste cellule possono rimanere conservate per anni e poi essere utilizzate in un secondo momento a scelta della coppia. Quasi tutti centri di fecondazione assistita prevedono comunque un tempo limite massimo in cui le cellule devono essere richieste dalla coppia.
Il congelamento di questi embrioni non sempre ne assicura l’utilizzo dopo lo scongelamento, anche se le procedure sono state eseguite perfettamente, in quanto la vitalità delle cellule, in alcuni casi, potrebbe risultare compromessa in modo tale da impedirne il successivo impiego.
Il trasferimento in utero di embrioni dopo scongelamento si esegue nella fase luteale precoce di un ciclo spontaneo o supplementato con terapia sostitutiva mediante steroidi gonadici.
I dati relativi alle probabilità di gravidanza dopo trasferimento di embrioni scongelati sono sovrapponibili a quelli riportati dopo trasferimento di embrioni freschi.
Non sembra esistere alcun incremento del rischio di abortività e malformazioni rispetto all’impiego degli embrioni freschi. |